Sunday, July 10, 2022

FIORITA DI STELLE di Paola Mara De Maestri, Aletti Editore, 2022

Fiorita di stelle è una silloge di 40 poesie, divisa in otto parti. Ha una prefazione scritta dal docente, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano Hafez Haidar. La dedica è da parte di una donna madre a suo figlio Gioele.

La prima parte è intitolata “Inno alla vita” e inclusi sono versi di luce e speranza contrapposte a momenti di buio e morte. “Canto d’amore” è il nome della seconda parte. Qui l’amore materno viene paragonato a un albero che cresce e che viene associato a concetti positivi come “azzurro, “pazienza”, “dono”, “aurora”, “poesia” (L’amore mio, 23), ma anche “pioggia di stelle”, “perseveranza”, e “sereno” (Il volto dell’amore, 24). L’amore ha persino dello spazio in cui la poetessa è cresciuta e vive ancora: “L’amore è poesia/ l’incanto della montagna/ in un tramonto di fuoco.” (23), e “respira nel sorriso di un bambino.” (24)

La poesia riesce a carpire il momento come in Senza parole, dove la poetessa rende eterno un suo desiderio:

Come vorrei poter

fermare il tempo

in quest’istante

mentre mi perdo

nella profondità

del tuo sguardo. (26)

 

Poesia e amore diventano una sola cosa. Amore e il paesaggio naturale si legano forte insieme: il tema viene reso tramite immagini prese dal paesaggio naturale noto alla poetessa: la montagna, il tramonto, il mare, il sole. Il mondo interiore dei sentimenti viene raffigurato tramite il mondo esteriore del macro e del microcosmo.

 

La terza parte porta il nome di “All’ombra del ricordo”. Alcuni sono versi ispirati alla figura paterna, “Uomo a righe/ senza cappotto/ in fila al gelo” (Oggi come ieri, 31), ma anche a quelli che non ci sono più. Nello stesso tempo è presente il sapere che tutti siamo come “foglia d’autunno/ -aggrappat[i] alla pianta/ fino all’ultimo respiro.” (Primi di novembre, 33) Tramite il ricordo, ma anche attraverso la poesia, si ridà vita e luce ai trapassati (Il filo, 34). La poesia è il mezzo tramite il quale si cerca di contrapporsi al peso del silenzio e dell’assenza di quelli che non ci sono più.

 

Anche nella sezione “Donne” le parole “luce” e “montagna” ripercorrono. Due elementi contrastanti che caratterizzano la donna sono la fraġilità e la forza. Queste della De Maestri sono composizioni brevi, concise, ma che richiedono lo stesso più di una lettura anche per capire meglio cosa sta alla base della creatura ‘donna’ e della quale De Maestri ci fornisce più di una descrizione:

 

“Donna sul tuo volto è impresso

 il ricamo del primo giardino” (Per te donna, 40);

 

“Noi donne figlie del silenzio

-sorgente del primo germoglio” (La voce del silenzio, 41);

 

“Donna e nel tuo grembo

il fiore della Primavera” (A te donna Primavera, 43).

 

La quinta parte porta il titolo “La prima roccia”. Qui il ricordo del giardino di Eden o del mondo primitivo quando l’uomo era ancora in armonia con la Terra (Per la madre Terra), quando gli uomini-contadini faticavano con “schiena a mezzaluna/ arse dalla fatica” ma primeggiava ancora “nell’aria profumo/ di famiglia.” (Il Torchio di Cerido, 48)

 

Qui la poetessa traduce in parole scritte le caratteristiche del territorio che abita: “Montagne dalle punte di neve”, “letti erbosi”, “foreste di verde luce”, “Pozze cristalline”, “tavole di sasso/ -sculture di sole e di vento” (Montagne di Valmasino, 49), e ancora, cime montagnose come “aguzzi dentelli/ e i rotoni declivi”, “ruscelli e pendii erbosi.” (Profili di montagna, 52). La poetessa che cammina letteralmente sul territorio naturale nativo, “sospesa tra cielo e terra” (Un ponte nel cielo, 53), rallenta il passo e nel silenzio del tramonto “Sull’orlo del bosco” guarda lontano “e il pensiero si fa piuma.” (Estate al Parco della Bosca, 50) Essere umano e paesaggio naturale diventano un’unica cosa. L’io si fonde con il creato tramite lo sguardo:

 

“Allo sfuocare del giorno

-nel grembo dell’estate-

libero emozioni, volano pensieri

sul ponte alle porte del finito.” (53)

 

Da non dimenticare però che questo che descrive De Maestri è anche un territorio che sa essere duro e se non rispettato può portare a delle conseguenze tragiche, come l’alluvione della Valtellina del 1987 ricordato in Fusine, 18 luglio 1987, “quando nel fiume/ rotolava la montagna/ a rovescio sul paese.” (51)

 

Nella sezione “Ritratti” si legge del ritratto di un padre scomparso che lavorava nel giardino ma anche in montagna. Dominano il silenzio e la solitudine ma la fiamma del ricordo paterno continua ad ardere. Viene ritratta anche De Maestri nei ruoli di madre e figlia:

 

“È il sentirsi bocciolo sempre in fiore

l’essere madre

nonostante il sopraggiungere dell’inverno.” (L’essere madre, 60)

 

Sono presenti versi di gratitudine e amore verso dei genitori che hanno vissuto una vita di sacrificio e amore tra famiglia, lavoro e natura:

 

“Ritorno a mio padre

...

sospeso tra i passi

sommessi nella sua vigna...

e raccolgo l’orizzonte di mia madre

che nel silenzio dell’orto

infrange i suoi fragili rami.” (Il lavoro, 62)

 

Nella sezione “Il tempo” la poetessa riflette anche tramite le stagioni. Per lei, creatura che apprezza tutti i momenti della vita, “ogni giorno racchiude il proprio dono” e “oggi il tempo è di vivere.” (È tempo, 65) Ancora qui l’idea del carpe diem, di non lasciare sfuggire niente e nessuna esperienza. Per questo il titolo Fermati di un’altra poesia, nella quale De Maestri ci invita a trovare il tempo per guardare “le punte delle montagne/ -nel fuoco che accompagna alla sera-”, ma anche “il cielo/ oltre i fasci di luce e gli azzurri stellati/ e il mare...”, per così assaporare “il fremito che ti lega all’Universo.” (66) In una vita nella quale all’uomo non gli “avanzano minuti”, sono questi i bei momenti che restano e riverberano nella nostra memoria.

 

Ribadisco che quelli che leggiamo in Fiorita di stelle sono versi di speranza e di luce, contro la solitudine e il buio. Sono poesie che ci invogliano di amare la vita con tutto il bello che porta con sè:

 

“Ma ho imparato dai miei anni

che se anche ti trovi sul picco

di una montagna altissima

con il vento a tutta forza

la gola chiusa e il respiro lento

basta il soffio di una scintilla

che sembrava persa in fondo al cuore

e riprende come d’incanto

il mare stellato sul tuo domani.”         (Lettera ai miei anni, 67)

 

Tutto si vive tra due poli dell’esperienza umana: la montagna da una parte e il mare dall’altra.

 

Infine, “Pensieri” è il titolo dell’ultima parte di questa silloge. Per noi sono versi che ricordano i tempi assurdi e difficili della pandemia che ha seminato paura e ha separato fisicamente persone che si vogliono bene. La poetessa enfasizza il bisogno di “fidarsi” e “stringersi” di nuovo, un bisogno tuttora attuale oggi quando l’Europa sta attraversando altri tempi difficili nei quali gli uomini ancora una volta non si fidano e sono in guerra.

 

Leggiamo in questa sezione pensieri che abitano la mente della poetessa mentre sta negli ambienti naturali a lei tanto cari: montagna (“il soffitto del cielo/ albero fiore/ del mio pensiero.”, La mia casa, 72), e mare (“scioglie i nodi”, Nel mare, 73). Perciò, natura e mente diventano due spazi in sintonia in Solo pensieri:

 

“Pensieri come frange del vento

che fischiano tra le dita degli alberi,

rotolano, scapicollano, rovesciano,

scoperchiano e poi rimbalzano

sulle pareti della mente

e scardinano il baricentro.”

 

Si sente che questi sono versi che esprimono la potenza della Natura, ma anche quella psichica dell’essere umano.

 

Già dalla copertina tutta colorata si capisce che Fiorita di stelle è una silloge di luce, speranza, e tutto quello positivo possibile, anche se la poetessa ha avuto anche i suoi momenti difficili nella vita. Colpisce il forte legame tra poetessa e ambiente naturale, poetessa e genitori, e anche poetessa e figlio, un legame ben espresso tramite questi versi bellissimi, leggeri ma anche profondi.

 

Patrick Sammut (maggio 2022)

Monday, November 01, 2021

INTERVISTA MA’ RITA SALIBA DWAR MITT KELMA, Midsea Books, 2020


 X’ħajrek biex tibda tikteb ukoll f’dan l-istil?

Kienet inizjattiva ta’ Dr Ġorġ Mallia li ħajritni nibda nimraħ f’dal-ġeneru. Saret sejħa lill-awturi biex jissottomettu stejjer qosra ħafna, ta’ madwar mitejn kelma għall-paġna fuq facebook, Għidli Mitejn. Kien żmien li minħabba xi impennji ma kontx qed nikteb wisq u dħalt għal din l-isfida. Għedt lili nnifsi li jekk xejn dan jista’ jservini ta’ eżerċizzju, iżda hekk kif lestejt l-ewwel storja bdew ġejjin ideat għal stejjer oħra, li jiġru fi ftit kliem. Nista’ ngħid li dan il-ġeneru ħakimni.

 

Il-qosor ta’ dawn il-mikro-rakkonti żgur li mhux dgħjufija jew żvantaġġ. Minflok bħal jistieden lill-qarreja għal iktar riflessjoni. Xi tgħid dwar dan?

L-istejjer madwarna qed jiġru l-ħin kollu u malajr; aħbar taslilna fuq mobile, fil-qosor iżda xejn ma jnaqqas mill-effettività tagħha. Fi ftit kliem qed taslilna ġrajja li qed isseħħ jew seħħet, tħallina naħsbu jekk it-traġedja setgħetx tiġi evitata, jekk kienx hemm vittmi jew kemm kien hemm vittmi … Storja qasira tista’ tkun b’saħħitha ħafna.

 

Liema huma l-esperjenzi li tikteb l-iktar dwarhom f’dawn il-flashes narrattivi?

Huma stejjer mill-ħajja, ta’ karattri, ta’ min qed ibati jew iħoss in-nuqqas ta’ xi ħadd għażiż. Mhux biss imma ħafna drabi poġġejt lili nnifsi minflok ħaddieħor; ħassejt l-ansjetà ta’ kieku x’nagħmel meta ninqabad f’sitwazzjoni li rrid nieħu deċiżjoni. F’oħrajn inbixt lill-qarrej biex jasal għal tmiem mod ieħor.

 

Toħodna wkoll fi spazji differenti. Bħal kollha jintrabtu mal-karattri u s-sitwazzjoni li tikteb dwarhom. X’taħseb?

Storja tista’ titrawwam fl-ispazji fejn ngħixu jew fejn inqattgħu parti kbira mill-ġurnata. Minn postok tista’ tiltaqa’ ma’ diffikultà jew sitwazzjoni mhix tas-soltu. Kull karattru se jirreaġġixxi bil-mod tiegħu fis-sitwazzjoni li jinqabad fiha. U kull karattru għandu l-kumplessità u l-umanità tiegħu. Ġieli anke aħna nissorprendu lilna nfusna meta niġu għal deċiżjoni delikata. L-istejjer iġegħluna nnemmsu f’ħajjet ħaddieħor iżda ħafna drabi nkunu qed naqraw l-istorja tagħna stess.

 

Dawn ir-rakkonti qosra huma kollha marbutin mar-realtà jew hemm uħud li huma frott il-ħolm u l-fantasija?

Ħafna minn dawn l-istejjer huma xprunati minn ideat li jolqtuni f’ħakka t’għajn, ftit huma bbażati fuq realtajiet li qed niltaqgħu magħhom u parti kbira huma frott l-immaġinazzjoni.

 

Għal min huma mmirati kitbiet bħal dawn, u għaliex mhux in-novella jew ir-rumanz?

Nazzarda ngħid li huma rakkonti għal min ma jħobbx jaqra jew min m’għandux ħin jaqra kitba fit-tul.

 

Hemm min jaħseb li l-kitba tal-mikro-rakkont hi faċli. Kif tirreaġizza għal dan?

Il-mikrorakkont mhu xejn faċli. Trid twassal ġrajja fi ftit kliem, tirrakkonta storja kompluta billi tekonomizza; tagħżel il-kliem u kull kelma għandha postha, xejn nieqes u xejn żejjed. Fl-istess ħin xorta użajt espressjonijiet idjomatiċi għax inħoss li lill-qarrej għandi nirrispettah. M’iniex qed ngħaddilu fatt iżda ġrajja rakkontata ... fil-qosor.


Inti tikteb ukoll minn punti di vista differenti. Liema huma dawn u għaliex tagħmel dan?

Naħseb li kull min jikteb josserva ħafna; kif iġibu ruħhom ta’ madwaru. Ippruvajt nidħol fiż-żarbun ta’ ħaddieħor - ta’ kieku x’nagħmel, kif inġib ruħi ma’ karattru ieħor li forsi ma tantx naqbel miegħu. Meta nikteb b’vuċi ta’ ħaddieħor nesperjenza ċerta libertà, li qed nidħol ġo storja li mhix tiegħi iżda li qed ingawdi minnha xorta waħda.

 

Huma wkoll kitbiet bi tmiem sospiż jew li jħalli lill-qarrej jhewden. Jistgħu jkunu dawn bidu għal kitbiet ħafna itwal, jew stedina biex anki l-qarrejja joħolqu ir-rakkonti oriġinali tagħhom?

Ħafna stejjer għandhom tmiem miftuħ għall-possibiltajiet. Inħobb ninbex lill-qarrej, inħallih jasal għall-konklużjonijiet tiegħu jew jibni l-karattru ‘tiegħu’, iva. Jien stess bħala qarrejja nħobb nibqa’ newhden fuq xi ktieb li qrajt, infittex tmiem ieħor u nistaqsi li kieku … Dawn il-mikrostejjer ma niktibhomx bl-iskop li jwassluni biex nikteb storja itwal. Inkun diġà ddeċidejt u ppjanajajt li se nikteb storja fil-qosor u nagħlaqha.

 

Nuqqasijiet u vantaġġi ta’ stil narrattiv bħal dan, kemm mill-perspettiva ta’ min qed jikteb kif ukoll ta’ min qed jaqra?

Jista’ jkun li kitba daqstant qasira ma tolqotx udjenza wiesgħa. Tista’ wkoll tħalli lill-qarrej xott mill-informazzjoni. Hawn qarrejja li jixtiequ jsiru jafuh il-karattru; it-tul tal-mikrostejjer ma jippermettix wisq deskrizzjoni fit-tul. Il-vantaġġi huma bosta fid-dinja mgħaġġla tal-lum. Tista’ taqra mikrostorja minn fuq il-pala ta’ idek. Hemm ukoll l-użu tal-kelma li trid tkun eżatta u f’kuntest. Tgħallimt inħalli barra dak li hu żejjed. Fuq kollox għeni nikteb mitt storja li kull waħda seħħet f’mitt kelma.

 

Wednesday, September 01, 2021

IL-PONT Settembru 2021, no. 63


 Pubblikata l-ħarġa ta' IL-PONT ta' Settembru 2021, nu. 63. Editorjal, aħbarijiet mid-dinja letterarja, korrispondenza, intervisti ma' Paul Vella (Awstralja), Lina Brockdorff, Paul Zahra, Marthese Fenech, tagħrif u poeżiji tal-poetessa Siberjana Marija Najthefer Popov, kitbiet ta' Mario Attard, Ramon Bonett Sladden, rigu Bovingdon jikteb dwar il-poeżija ta' Joe Saliba (L-Awstralja), Victor V. Vella dwar Raġel bil-Għaqal ta' Ġużè Galea, reċensjonijiet, poeżiji ta' kittieba Maltin u oħrajn ta' kittieba barranin, u t-taqsima MInn Fuq -Ixkaffa.

IL-PONT - rivista letteraria online, nu 63, settembre 2021. Intervistata la poetessa Dalila Hiaoui e poesie di Paola Mara De Maestri, Antonio, Vanni e Marcelo Moretti.
Online literary magazine IL-PONT September 2021, no 63, is out. Second part of interview with Canadian-Maltese author Marthese Fenech and a poem by Hsu ChiCheng (China).


Saturday, August 21, 2021

“Riflessi”, di Patrick J. Sammut, Volturnia Edizioni, 2021 - Recensione di Paola Mara De Maestri

 

“La poesia è quando un'emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero ha trovato le parole” sosteneva a ragion venduta il poeta statunitense Robert Lee Frost.  È quanto Patrick J. Sammut ha cercato di fare nella sua opera “Riflessi”(Volturnia Edizioni”), dando forma e colore alle emozioni e traducendole in parole, per rendere partecipi anche gli altri del suo ricco mondo interiore. Questa raccolta di versi e pensieri che abbraccia il periodo dal 2012 al 2020, ben otto anni di riflessioni, è frutto della passione per la letteratura dell’artista maltese, che ha però scritto i suoi componimenti in lingua italiana. Patrick J. Sammut ha molta familiarità con l’italiano, in quanto ha studiato anche all’Università degli Studi di Firenze ed è docente di maltese e anche italiano a Malta. Il libro si compone di dieci capitoli, che interessano temi apparentemente distanti tra loro, ma che in realtà si intrecciano in un’unica composizione, testimonianza di vissuti carichi di umanità. Il ricordo struggente dell’amico Americo, il cui “… ricordo viaggia...come eco che riverbera all’infinito” apre il florilegio, che poi si addentra nell’esplorazione di temi sempre attuali e pregni di una forte carica emotiva come quello del “Covid 19” che “Rallenta il genere umano che guarda dietro i vetri” e  che lascia “Niente riposo per noi vivi…insieme abbiamo trovato rifugio nei nostri gusci… Insieme abbiamo visto la primavera mutare in un autunno” o dell’immane tragedia dell’Olocausto. “La poesia è come l'acqua nelle profondità della terra. Il poeta è simile a un rabdomante, trova l'acqua anche nei luoghi più aridi e la fa zampillare” sono le parole dello scrittore Alberto Moravia. La poesia infatti non è solo il canto della bellezza, come si evince dagli scritti di Patrick, ma in quanto fonte privilegiata di comunicazione ha il diritto e dovere di addentrarsi  anche in questioni dolorose, ferite sempre aperte, per tenere accesa la memoria segnata anche dai luoghi dell’orrore nazista dove “Un’aria pesante/pende da centomila cipressi”. Questa consapevolezza deve però “creare un futuro-tela a colori/non in bianco e nero”. Alcune poesie sono dedicate alle festività, con un occhio speciale a quelle religiose del Natale “…quando l’albero di Natale/ sembrava altissimo /e tutta la famiglia/aiutava a renderlo magico/con luci e colori di ogni tipo” e della Pasqua “vicino …quest’alito divino, genuino/si tocca la pace, lontana ogni strage…”.  “La poesia è una presenza gentile…un sorriso leggero” per Patrick, che accarezza momenti di dolcezza parlando del figlio “Nel tuo piccolo ho sentito/il battito della terra/magma presente…”, “mentre respiri figlio, caro figlio mio,/ti guardo nel silenzio e nel silenzio/io imparo…”.  In questo percorso in versi troviamo anche  “la speranza,/linfa che rigenera/in questa terra umiliata…”. Consiglio quindi di trovarsi “…un posto tranquillo,/ una sedia comoda/ … per nutrirsi/ con tutti i sensi” e lasciarsi trasportare nel mondo di “Riflessi”.

Sunday, March 28, 2021

Tnedija tal-ġabra ta' poeżiji tiegħi bit-Taljan RIFLESSI

 Hawn issibu s-serata ta' tnedija tal-ġabra ġdida ta' poeżiji RIFLESSI li saret virtwalment mill-Italja nhar is-Sibt 27 ta' Marzu 2021.

Ħajr lil Ida Di Ianni, Giuseppe Napolitano, Irene Vallone, Tobia Paolone, it-tekniku Vincenzo, u dawk li kienu preżenti għal-lejla, kemm minn Malta kif ukoll mill-Italja. 



Sunday, March 21, 2021

RIFLESSI, una raccolta di poesie di Patrick J Sammut, pubblicata da Volturnia Edizioni.



RIFLESSI, il-ġabra ta' poeżiji bit-Taljan tiegħi ppubblikata fl-Italja waslet Malta. Min jixtieq jakkwista kopja jista' jiktibli messaġġ privat hawn stess. Kull kopja tiswa 12-il ewro, posta inkluża. Min jistieq jakkwista kopja jista' jikteb fuq ilpontliterarymagazine@gmail.com u jirċeviha direttament id-dar.

Per quelli che desiderano comprare una copia di RIFLESSI, una raccolta di poesie scritte in italiano da me stesso, possono farlo direttamente su ibs.it o dalla casa editrice info@volturniaedizioni.com Costo copertina 12 euro.


Friday, March 19, 2021

AMMA'S GOSPEL by Indian Poet Rajender Krishan is out in its Maltese version translated by Patrick J Sammut




Għadu kemm ħareġ IL-VANĠELU TA' AMMA, poeżiji tal-poeta Indjan Rajender Krishan, maqlubin mill-Ingliż għall-Malti minn Patrick J. Sammut. Il-ktieb jinkludi 45 poeżija li jittrattaw fost l-oħrajn il-figura materna ta' Amma li toffri lill-poeta mogħdija fejn jista' jimxi f'armonija miegħu nnifsu, ma' dawk ta' madwaru u mal-ħolqien inġenerali.

Huma kollha poeżiji sempliċi, imma profondi u jħallu lill-qarrej jirrifletti. Din ta' Rajender hi poeżija li tilħaq il-qiegħ ta' ruħ u qalb il-qarrej...

IL-VANĠELU TA' AMMA (a translation of Amma's Gospel) has just been published. It is a collection of 45 poems by Indian poet Rajender Krishan, translated to Maltese by Patrick J. Sammut.

The maternal figure of Amma shows the poet a path where he can walk in harmony with hmself, with those around him, and with Creation in general.

These are simple but profound poems that help the reader reflect. Krishan's poetry reaches deep  in the soul and the heart of the reader...

People interested in buying a copy can reach me on 
ilpontliterarymagazine@gmail.com